Sabato 31 maggio, a Pitigliano, come conclusione del mese dedicato alla Vergine Maria, si è svolta la consueta fiaccolata verso il santuario della Madonna delle Grazie.



La processione, partita dalla Cattedrale alle ore 21, ha percorso le strade del centro storico del paese gremite di gente, soprattutto giovani. Molti, anche i turisti non sono rimasti indifferenti al passaggio dell’immagine della Madonna, accompagnata e illuminata dalla luce dei flambeaux e dalle preghiere del Rosario, recitato da Don Giacomo, parroco di Pitigliano, insieme ai fedeli. L’iniziativa ha visto la partecipazione di decine di persone che, con profonda devozione, hanno percorso il cammino scandito da preghiere, canti mariani e momenti di raccoglimento, che hanno aiutato i presenti a vivere una esperienza
spirituale intensa e condivisa.




Il corteo ordinato e raccolto, era accompagnato con cura dalle forze dell’ordine e dai vigili urbani, che hanno garantito la sicurezza dei partecipanti, lungo il tragitto notturno, nella suggestiva cornice di Pitigliano e le sue pareti tufacee illuminate; la processione si è conclusa con l’arrivo al santuario, dove in un’ atmosfera di pace profonda, è stata celebrata la Santa Messa.





Dopo la lettura del brano del Vangelo dell’Ascensione, nell’omelia, Don Giacomo pone l’attenzione su un apparente contrasto: quello tra la tristezza, da una parte, che potrebbe rappresentare l’assenza del Signore e, dall’altra, l’immagine dei discepoli che invece fanno festa. Anche noi siamo chiamati a fare festa, perché il Signore, con il momento dell’Ascensione, non è più in un solo posto, ma ovunque, accanto ad ognuno di noi e soprattutto è presente nell’Eucaristia e, attraverso i sacramenti, le preghiere, le buone azioni, possiamo accostarci a Lui. Ed è proprio questo il senso della fede e della vita cristiana, la relazione con Dio, vivo e vivente!

Dopo aver ricordato l’importanza di Maria, come dono per noi cristiani e la devozione del paese alla Madonna delle Grazie, il nostro Parroco racconta un episodio in cui durante l’esplosione della bomba atomica ad Hiroshima una casa si salvò dalla distruzione. Successivamente si scoprì che, all’interno, un sacerdote con un gruppo di persone stavano recitando il Rosario e questo ci fa capire come solo attraverso la preghiera del Rosario alla Madonna possiamo salvarci dalla “bomba atomica” della distruzione e del male.



Al termine sono stati riaccesi i flambeaux per la benedizione al paese. Sulla porta della Chiesa, dopo un breve momento di adorazione alla presenza del Santissimo Sacramento, don Giacomo ha pregato e, come accade in molti santuari mariani, ha invocato la benedizione sul paese e per tutti gli abitanti, per i giovani e gli anziani, per gli ammalati e gli agonizzanti, per i defunti e le anime del purgatorio ed ha chiesto la conversione dei peccatori.





L’iniziativa si è conclusa con la consapevolezza che queste esperienze sono in grado di mantenere viva e riaccendere la speranza e la fede, valori che anche il Giubileo chiama a riscoprire.
Patrizia Manetti