ECCO COM’E’ ANDATA. L’INCONTRO DEL VESCOVO CON LA NOSTRA PARROCCHIA.

Il giorno 1 Dicembre, prima domenica di Avvento, presso la Chiesa di Santa Maria Assunta, in Pitigliano, il Vescovo, S.E. Mons. Giovanni Roncari, ha tenuto un incontro con la Parrocchia di Pitigliano; si tratta del primo di una serie di incontri, che si svolgeranno nei prossimi mesi, come approfondimento in relazione al Giubileo del prossimo anno, in relazione al tema della speranza e in merito all’argomento della riconciliazione. 

Alle ore 10.30, come da programma, il Vescovo ha iniziato a parlare ai fedeli su questo argomento: “LA FEDE IN DIO AL GIORNO D’OGGI”.

La Chiesa di Santa Maria Assunta era piena, ed, in particolare, hanno partecipato all’incontro i genitori dei bambini che si preparano ai Sacramenti, i rappresentanti delle associazioni presenti in parrocchia e comuni fedeli, che si sono dimostrati interessati all’argomento.

Il Vescovo ha cominciato parlando dell’Anno Santo, che si terrà il prossimo anno.

Ci ha ricordato che il Santo Padre aprirà ufficialmente l’Anno Santo in San Pietro, con la Messa della notte del Santo Natale; quindi, nelle diocesi, i vescovi ripeteranno l’apertura ufficiale dell’Anno Santo nella domenica successiva, il 29 dicembre.

Nella nostra diocesi ci saranno due cerimonie di apertura, la prima, in Orbetello, nel pomeriggio del sabato 28 dicembre in Duomo; la seconda, nella Cattedrale di Pitigliano, la domenica 29 dicembre, alle ore 11.30, con partenza dalla chiesa di San Rocco, per recarsi, in breve processione, verso la Cattedrale. dove sarà celebrata la Messa solenne di inizio Anno Santo.

Le cerimonie in Diocesi non prevedono, da parte del Vescovo, l’apertura della Porta Santa, che verrà aperta solo in San Pietro a Roma.

Il Vescovo ci ha detto che la definizione di “Anno Santo”  deriva dalla tradizione della Chiesa, iniziata con il Giubileo del 1300;  di per sé ogni anno è Santo, tant’è  che ogni anno si definisce “Anno Domini”, e noi possiamo dire “nell’Anno del Signore 2024” o “nell’anno della Salvezza”.

Era sorta però la necessità di festeggiare in maniera solenne questa ricorrenza, ed ecco allora che la celebrazione dell’anno santo, così come conosciuto oggi, ricorre ogni 25 anni.

Perché, proprio ogni 25 anni? Il Vescovo ci ha spiegato che l’intento iniziale era quello di tramandare questa celebrazione di generazione in generazione, “una generazione tramanda all’altra le tue opere”, come è scritto nella Parola di Dio. Quindi, sia per tradizione che per esperienza.

Durante il Giubileo, come concepito dalla cultura dell’antico popolo ebraico, oltre alla penitenza, alla preghiera, si teneva a riposo la terra perché era di proprietà del Signore; l’uomo la custodisce, la lavora, la sfrutta, ma la proprietà rimane sempre del Signore.

Ma non solo: venivano liberati gli schiavi, si ridava la dignità a tutti gli uomini, molte guerre cessavano.

Si cercava la redenzione con atti pratici di misericordia verso il prossimo.

Nel Medioevo, tre erano i centri più importanti dove recarsi, in tempo di Anno Santo, in pellegrinaggio, per ottenere la misericordia e il perdono di Dio: la Terra Santa, Santiago di Compostela e Roma.

Ma allora, chi non poteva recarsi in uno di questi tre centri, per vari motivi, di salute, di costi, di possibilità, ecc., sarebbe rimasto fuori dal perdono di Dio?

No, ecco che la Chiesa, facendo appello alla misericordia infinita di Dio, ha dato la possibilità di vivere l’Anno Santo anche nei centri vicini ad ognuno: nelle chiese, nei monasteri, nei santuari, che ogni diocesi stabilisce per vivere l’Anno Santo.

Ma praticamente, come noi possiamo adoperarci per il nostro prossimo, sempre, ed in particolare in questo Anno Santo? Con le nostre opere buone. Oggi è molto difficile, ci detto il Vescovo, poter liberare gli schiavi e far cessare le guerre, anche perché noi, nel nostro piccolo, non siamo nessuno e siamo impotenti; però, ognuno può far pace con il proprio vicino, ognuno può far pace con quella persona che ci sta antipatica o con quella con la quale non ci parliamo da anni.

Eccolo, il nostro Anno Santo, la Grazia di cui abbiamo bisogno e che ci sarà utile per la nostra salvezza.

Poi, si è rivolto in modo particolare ai genitori dei bambini del catechismo presenti, sul tema della fede e sulla scelta di far intraprendere ai bambini il percorso di catechismo, esortandoli a viverlo insieme con loro. 

Con gli altri fedeli presenti, ha condiviso questo interrogativo: come portare l’annuncio e la testimonianza di Cristo oggi? Forse, più che con le parole, bisognerebbe far vedere agli altri che credere in Cristo ci rende felici, che siamo contenti di essere cristiani, che è bello avere la fede nel Signore Gesù e tutto questo rende bella la nostra vita. 

Finita questa chiacchierata, sono giunti in Chiesa tutti i bambini che erano al loro incontro di catechismo, ed è iniziata la Santa Messa, celebrata dal Vescovo, con accanto il nostro parroco Don Giacomo Boriolo e con il servizio dei bambini come chierichetti. 

Nell’omelia, il Vescovo ha spiegato il significato del tempo di avvento e, rivolto in modo particolare ai bambini, ha sottolineato l’importanza dell’amicizia con Gesù.

Infine, il Vescovo ci ha salutati, dicendo che gli piacerebbe tornare ancora ad incontrare la nostra Parrocchia, per tenere altri incontri come questo.

Stefano Renzi

Diacono

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