La gioia di aver partecipato, di essere stati presenti a questo momento, che riguarda certamente il chiamato, ma anche tanta gente: la consacrazione del Vescovo, che il Signore ha scelto per noi.

La gioia (e anche un po’ di curiosità) di averlo visto, di averlo incontrato e di averci parlato, seppure in momenti fugaci, data la situazione di grande solennità ma anche, come accade in questi casi, di parecchia confusione.
La gioia di aver visto una persona, un uomo, molto vicino, familiare, alla portata di tutti. Alla portate nostra. E, soprattutto, gioioso.
La gioia di aver incontrato tanti sacerdoti di diverse realtà, averli conosciuti, sentire esperienze diverse, seppure con tanti punti in comune, di aver condiviso alcuni tratti dei nostri percorsi, con battute scherzose ma anche con momenti in cui i volti si abbassano per riflettere. Bello ritrovarci per questa occasione con qualche sacerdote dei nostri, lontano dalla nostra terra, venuti apposta, data l’occasione.
E, ovviamente, occasioni in cui parlare un po’ del nuovo Vescovo con chi lo ha conosciuto bene. Mi ha fatto piacere sentire molti racconti belli su di lui. Mi ha colpito sentire, da chi è stato con lui a Loreto fianco a fianco, descrivere un uomo, un sacerdote, dal cuore grande, generoso, che si spende e non si rifiuta in nulla su ciò che c’è da fare, soprattutto molto portato per la gente. Inoltre, ho sentito che nelle sue convinzioni è molto deciso e va all’ essenziale delle cose, mettendo da parte tanti fronzoli.
La gioia anche di aver conosciuto da vicino la realtà della comunità Cenacolo, fondata da Suor Elvira, della quale giá sapevo, per averne sentito parlare, morta recentemente, in concetto di santità. E’ stato il coro formato per lo più dai membri di questa comunità che ha animato la celebrazione con i canti. Sentire anche le suore della comunità parlare di una vita a contatto con una santa. E’ stato lo stesso Bernardino Giordano che li ha voluti e ai quali è molto legato.
Una celebrazione bella, solenne nei riti dell’ ordinazione episcopale, e semplice allo stesso tempo. Grande partecipazione in massa dei fedeli, che hanno stipato le navate della Cattedrale.







Quello che più mi ha toccato e’ stato questo: quando ha preso la parola, il nuovo Vescovo ha annunciato il Signore anche nel giorno della sua festa. Ha mandato un messaggio, non su se stesso, ma solo sul Signore. Al termine della celebrazione, poche parole, per poi dire a tutti di riflettere, per la vita, su cosa Gesù ci dice oggi. Non solo: “Cosa ci ha detto ora, qui, in questa celebrazione, per noi e per la nostra vita. Questa è la cosa importante!”
Questo mi ha colpito molto.

Anche prima della Messa, ho visto in qualche video (noi sacerdoti eravamo nel tendone allestito fuori, per i paramenti della Messa), che, alla gente, ha detto di mettere questa intenzione per l’Eucarestia: di pregare insieme. Solo così sarebbe stato un bell’incontro. Con il Signore.


Dopo la Messa, una visita veloce al vicino (non tanto, a piedi) oratorio San Giovanni Bosco (vedeste voi quant’è grande quell’ambiente, un signor oratorio..!) giusto per un ultimo saluto, un abbraccio affettuoso e una foto.

Che dire: 6 ore di viaggio con il pulmino parrocchiale. Dico 6 all’andata e 6 al ritorno. Veramente, Google Maps dava 7 ore e 45, ma i due alla guida del pulmino, uno molto giovane e uno più innanzi, esperti guidatori, ci hanno fatto volare… Non avevo dubbi. Lo sapevo. Dopo più di 4 anni che sono a Pitigliano, ormai so a chi chiedere…!

A parte le battute scherzose, di questa giornata e di questo viaggio ne e’ valsa la pena.
Lo aspettiamo a braccia aperte.
Don Giacomo
Parroco di Pitigliano