PRIMA MESSA SOLENNE DEL NUOVO VESCOVO IN CATTEDRALE. A PASQUA. Grande gioia per il primo incontro del popolo con il suo Padre e Pastore.

La prima messa del nuovo Vescovo Bernardino a Pitigliano, si è tenuta il giorno di Pasqua, domenica 20 aprile.

L’accoglienza si è svolta sul corso, invece che al portale della Fortezza Orsini come programmato: il Vescovo, infatti, è andato subito incontro alla gente, comunicando per strada con tutti.

Affiancato da Don Giacomo Boriolo, Don Lido Lodolini, dai diaconi Carlo Boriolo e Stefano Renzi, insieme al giovane Ismaele Menichelli, che ha svolto il servizio all’altare, Bernardino saluta tutti con un sorriso, pronto a far cadere ogni barriera.

Dopo la stretta di mano con il Sindaco e le autorità civili e militari, il nuovo Vescovo si sofferma sull’ingresso della Cattedrale dei Santi Apostoli Pietro e Paolo per indossare la stola, ed entra nella chiesa gremita di gente, oltre alle catechiste, ai comunicandi e cresimandi, che lo accolgono con un grande applauso.

La croce, portata dal giovane Federico Goracci, scorre lungo la navata, seguita da tutti i ministri della Chiesa, per raggiungere l’altare, dove questi ultimi si ordinano per la celebrazione. L’atmosfera gioiosa è allietata dal canto del coro parrocchiale: “Veniamo da Te, chiamati per nome, che festa Signore! Tu cammini con noi…”

Bernardino, nella sua omelia, fa una domanda ben precisa a tutti noi riuniti lì: “Che decisione prendiamo per la nostra vita, dopo aver ascoltato la Parola di Dio?” Dice che non esiste il “fedometro”, cioè il misuratore della fede: solo Dio può leggerla in ognuno di noi, che possiamo fare un passo di resurrezione nella nostra vita e in quella degli altri. Com’è possibile volere più bene? Ciascuno deve prendere una decisione d’amore, sia in coppia che in famiglia, nelle scuole, con gli ammalati, i diseredati… Tutti noi ascoltiamo silenziosi, ma… poi? Come ci muoviamo?

Bernardino si sofferma sui concetti di benedire, cioè dire-bene e maledire, dire-male. Se tramite la benedizione il ministro religioso fa discendere la grazia di Dio su qualcun altro, questa, fuori dalla chiesa, si deve trasformare in amore, non in un chiacchiericcio distruttivo per l’uomo o nell’ipocrisia. Il Vescovo sottolinea l’importanza del suffisso “ri” che esprime appunto duplicazione, ripetizione, per ricominciare, riprendere e risorgere. Siamo anche noi testimoni di Dio ed il suo amore lo dobbiamo ridistribuire nel mondo.

Alla fine della messa, Don Giacomo Boriolo, nel suo intervento, ha salutato “l’Angelo della Chiesa”, facendo riferimento al libro dell’Apocalisse, dove e’ riportato a il dialogo del Signore Risorto, che appare a S. Giovanni apostolo, dicendo:.. ” Scrivi alle sette Chiese d’oriente. All’Angelo della Chiesa di Efeso, all’Angelo della Chiesa di Laudicea, a quello della Chiesa di Pergamo, ecc “. Secondo un’antica interpretazione della comunità cristiana, questo Angelo della Chiesa è il Vescovo. Don Giacomo Boriolo continua dicendo: “Chissà cosa direbbe oggi il Signore Risorto all’Angelo della Chiesa di Pitigliano-Sovana-Orbetello?” Ha dato così il suo benvenuto a Bernardino, insieme ad un quadro, consegnato a nome di tutta la comunità di Pitigliano e intitolato “l’Abbraccio”, realizzato da un’artista locale, Annamaria Papalini, dove il paese si stringe come un’abbraccio, donato al nostro nuovo Angelo.

Bernardino, felicissimo, ha ringraziato e dopo la Messa, proseguendo verso la sua abitazione, ha continuato a fermarsi per strada parlando con tutti, come fosse da sempre uno di noi.

Alessandra Letteri

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna in alto