IL SUDORE DI SANGUE DI GESÙ INTERROGA IL NOSTRO CUORE. Domenica delle Palme a Pitigliano. C’eravamo, anche con la pioggia.

Nel giorno della Domenica delle Palme, si ricorda l’entrata trionfale di Gesù a Gerusalemme per andare incontro alla morte. Con questo giorno, inizia la Settimana Santa, durante la quale si rievocano gli ultimi giorni della vita terrena di Cristo e vengono celebrate la sua Passione, Morte e Risurrezione. Anche nella nostra parrocchia di Pitigliano abbiamo rievocato la Domenica delle Palme, con fede e partecipazione. Oggi, domenica 13 aprile, il nostro parroco Don Giacomo ci ha invitati tutti nel piazzale davanti alla chiesa di Santa Maria Assunta.

Dopo aver distribuito le palme, i bambini del catechismo con le catechiste si sono messi davanti, seguiti dai genitori e dall’intera comunità. Nonostante il cielo coperto di nuvole e, in alcuni momenti anche minaccioso, la partecipazione della gente è stata tanta. Don Giacomo ha benedetto le palme.

Poi, accompagnati da preghiere e canti, ci siamo incamminati in processione verso la Cattedrale. Poco dopo la partenza ha iniziato a piovere, e l’apertura degli ombrelli ha creato una suggestiva immagine colorata.

La pioggia non ha fermato lo spirito di partecipazione, anzi, come ha esortato il parroco, quando si affrontano le cose con più difficoltà, come può essere la preghiera sotto la pioggia, le cose acquistano ancora più valore perché c’è anche il sacrificio. Arrivati alla nostra bella Cattedrale, il coro ha accompagnato l’ingresso dei fedeli con i canti, che hanno reso l’atmosfera ancora più raccolta.

Le letture iniziali ci hanno aiutato a concentrarci e ad entrare nel cuore della celebrazione, ma è stata la lettura della Passione di nostro Signore Gesù Cristo a toccarci profondamente. Il parroco, nell’omelia tenuta in Cattedrale, ha ripercorso ciò che prima avevamo ascoltato nel Vangelo, attraverso la narrazione: i momenti intensi dell’ultima cena con i discepoli, la preghiera, il tradimento, la sofferenza fisica e morale del Signore. Gesù, pur essendo stato tra la gente, dando esempio di amore e umiltà, è stato rinnegato, abbandonato, condannato. Ha sofferto fino a sudare sangue, ha portato la croce con la corona di spine sul capo, è stato torturato con frustate e ha ricevuto insulti e umiliazioni. Eppure, nonostante tutto, Gesù continuava a donare amore e misericordia, dicendo: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno». Come ci ha ricordato Don Giacomo nell’omelia, il dolore di Gesù è stato profondo, sia fisico che spirituale. Il parroco si è soffermato soprattutto su un particolare, che solo il vangelo di Luca ci riporta: Gesù, sul monte degli ulivi, durante la sua preghiera, è entrato in agonia ed ha sudato sangue. Questo sudore di sangue ci interroga: Gesù ha sofferto fino a sudare sangue per noi. E noi? Cosa facciamo per lui? Cosa e come possiamo accettare, sopportare, accogliere, per amore suo? E immenso era anche il dolore della sua mamma, la Madonna, che gli è rimasta accanto fino alla fine, soffrendo nel vedere le atrocità inflitte al suo Figlio. Il momento più commovente è stato senz’altro quello della morte di Gesù: la chiesa si è fermata in un silenzio profondo, tutti ci siamo inginocchiati. Personalmente, ho provato un dolore immenso, ma allo stesso tempo ho sentito la grandezza del gesto d’amore di Gesù, che ha donato la sua vita per ciascuno di noi.

Al termine di questa celebrazione, si può dire che, da buoni fedeli, ripercorrere la Passione di Gesù ci deve aiutare a comprendere ciò che Lui ci ha donato, quanto amore ci dà ogni giorno. Questo deve essere il nostro insegnamento: per essere migliori, per essere donatori di amore. Ne abbiamo tutti bisogno, per vivere con più fede e diventare veri e buoni cristiani.

Simonetta Lupi, catechista

Federico Goracci, ministrante

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna in alto