Con un pullman pieno di parrocchiani di Pitigliano, siamo andati in pellegrinaggio al monte de La Verna, di circa 1300 metri sul livello del mare, in una località isolata, situata al centro dell’ Appennino Toscano, che si trova sopra la valle del Casentino.
Alle 6 del mattino siamo partiti per visitare il Santuario, dove San Francesco ha ricevuto le stigmate, mentre stava pregando. Il luogo è diventato sacro; nella zona, dove c’è la foresta appartenente al parco nazionale, si trovavano i Frati Francescani. I visitatori possono anche godere dei panorami mozzafiato. Le pareti e gli altari del Santuario sono arricchiti di terrecotte invetriate, che raffigurano scene sacre e simboli religiosi, creando un’atmosfera unica di devozione e spiritualità; la bellezza dei paesaggi e la maestosità della natura lo rendono uno dei luoghi più famosi e affascinanti della Toscana.
La nostra guida, Suora Elisa, ha spiegato la vita di San Francesco fino al suo arrivo a La Verna. La Santa Messa è stata celebrata da Don Giacomo Boriolo, assistita dal Diacono Carlo, dentro la cappella di San Lorenzo nel Santuario, esclusivamente per noi parrocchiani di Pitigliano. Alcuni gruppi di giovani hanno recitato nel piazzale del Santuario i momenti della vita di San Francesco a la Verna. Pranzo buono e servito bene nella mensa dei pellegrini. Abbiamo fatto la foto di gruppo nel piazzale dove si può godere il panorama mozzafiato. Nel frattempo, aspettando l’inizio della processione, abbiamo fatto una visita nel negozio di ricordi (oggetti religiosi): rosario, santini, braccialetti, crocifissi… per i nostri cari e amici che non hanno potuto partecipare. Alle 15:30 è iniziata la processione dal Santuario alla cappella dove San Francesco ha ricevuto le stigmate: condotta dai Frati, il momento di preghiera è stato bello ed emozionante. Una giornata movimentata e solenne, piena di gioia e emozioni. Di ritorno, strada facendo verso casa, Don Giacomo ha voluto fermarsi a Sansepolcro, dove abbiamo gustato il gelato artigianale, con vari gusti, offerto da lui a tutti i partecipanti. Dentro il pullman, la recita del rosario e altre preghiere; facce stanche, ma tutti soddisfatti e sorridenti per una giornata meravigliosa.
Remedios Delos Santos
L’emozione scaturita dalla vista della locandina, ha risvegliato in me ricordi ormai sepolti. Ero ancora una ragazzina adolescente e tutti i pomeriggi mi ritrovavo con la mia amica del cuore a studiare. L’abitudine si interrompeva nel periodo estivo, quando la famiglia la portava a Chiusi della Verna, suo paese d’origine, per trascorrere il periodo delle vacanze. Riempivamo il vuoto del distacco con lunghe lettere in cui raccontavamo le nostre giornate. Lei se n’è andata troppo giovane e non ci sono più lettere che possano colmare quel vuoto. Restano i ricordi ormai lontani di una bellissima amicizia. A distanza di oltre 50 anni, uscendo dalla chiesa, noto una locandina della Parrocchia che invita a un pellegrinaggio al santuario della Verna. Non ho esitazioni, voglio andare: per i ricordi che ha smosso o per San Francesco? Non ha importanza, io vado. Alle 6 del mattino si parte. E’ presto ma il sole si è svegliato prima di noi e alzandosi all’orizzonte accarezza le giovani verdi chiome degli alberi e allunga la loro ombra sui campi rasati per la recente mietitura.
Le quattro ore di viaggio, interrotte da mezz’ora di sosta per colazione, sono accompagnate con preghiere, canti religiosi e racconti sulla vita di San Francesco da parte del nostro parroco Don Giacomo Boriolo. Il percorso è molto bello, soprattutto gli ultimi chilometri. Dal finestrino posso ammirare alla mia destra le pareti scoscese del monte su cui si ergono altissimi alberi, che formano una fitta foresta verde. Il pullman sale lentamente e sembra accarezzare le numerose curve tipiche delle strade di montagna. Finalmente si intravede l’ingresso del santuario: siamo arrivati! Possiamo scendere e incamminarci. Qui sono 12 gradi, una giacchetta sulle spalle non disturba affatto. Il primo impegno della giornata è la Messa celebrata dal nostro parroco nella Cappella di San Lorenzo; per arrivare a questa, occorre attraversare un grande piazzale panoramico che si affaccia su una vasta vallata. La mia attenzione è attratta da un gruppo di giovani frati che intonano antichi canti e un po’ più indietro altrettante giovani suore. Solo più tardi vengo a sapere che si tratta di un gruppo teatrale che prova per lo spettacolo serale sulla vita di San Francesco e Santa Chiara. Sono arrivata alla Messa. Ho ascoltato l’omelia di Don Giacomo, che con calore insiste su due concetti, in riferimento a San Francesco che ha ricevuto le stigmate. Primo. L’uomo diventa ciò che ama. Di più: noi diventiamo chi amiamo. I Santi, amando il Signore, si avvicinano a Lui e gli assomigliano sempre di più. Il secondo concetto è che le nostre sofferenze debbono essere offerte al Signore: dobbiamo trasformare le nostre ferite in stigmate. Sull’esempio di San Francesco. Al termine della Messa incontriamo la nostra guida. Suor Elisa è una giovane suora che ci parla dell’importanza che il monte della Verna ha avuto nella vita del Santo per meditare e ritrovare, in un momento di travaglio dell’anima, la via del Signore.
E’ in quel momento di grande crisi che il Signore risponde alla richiesta di Francesco con le stimmate. Un concetto importante che suor Elisa ha ribadito è l’importanza di fermarsi, quali che siano i nostri impegni quotidiani, per poter meditare e contemplare la perfezione della natura e la grandezza di Dio. Suor Elisa ci ha poi accompagnato a visitare i luoghi della vita del Santo. Ho trovato di particolare interesse La cappella delle stimmate e la grotta dove il Santo riposava.
Questi sono stati i momenti più significativi del pellegrinaggio, il resto della giornata ha avuto uno sviluppo più ”turistico”, anche questo importante perché aiuta a conoscerci meglio, a socializzare.
Siamo tutti più sereni sulla via del ritorno. Rilassata sul morbido sedile del pullman, osservo il calare del sole che ha deciso di scendere sotto l’orizzonte. Ringrazio il Signore per questa giornata mentre un noto motivo mi martella con insistenza…” …ci ha dato il cielo e le chiare stelle, Fratello Sole e sorella luna…”
Paola Palombi





