Un pellegrinaggio è una chiamata.
Quello a Montenero è una chiamata da parte della Madonna.
Ringrazio il nostro parroco, don Giacomo, per l’invito che ha mandato a tutti, ma anche a ognuno in modo personalizzato.
Ringrazio don Giacomo per aver dato voce alla Madonna che ci ha chiamati (e per avermi lui chiamato tante volte, anche letteralmente, la mattina quando ho fatto tardi!!).
Ringrazio i miei bambini che, chiedendo di parteciparvi, mi hanno fatto ascoltare quella voce.
Hanno aperto le mie orecchie, chiuse dall’abitudine a scartare istintivamente, a priori, ogni iniziativa sociale, un po’ per questi anni di covid, un po’ perché, come tanti, mi pare di riuscire già male a tirare avanti gli impegni quotidiani.
Ringrazio le mie nonne, che ho accompagnato tante volte da bambina ai pellegrinaggi, anche a Montenero. Le ringrazio perché, con il loro esempio, mi hanno fatto sentire in difetto con i miei bambini, i quali, non hanno avuto la fortuna di avere parenti che li educassero alla fede, a quella sempre più rara, di gruppo, che si respira in un pellegrinaggio.
Ringrazio la mia mamma… lei ci sarebbe stata sicuramente e, in qualche modo, in tanti modi, il partecipare lo dovevo anche a lei, che non sa più camminare, non sa più pregare a voce. Anche se sono sicura che lo faccia ancora, perché le ultime cose che è riuscita a scrivere erano preghiere.
Non ho potuto dire di no.
Fissiamo. Con riserva. Va bene, sciogliamo la riserva, prenotiamo 3 posti, poi vedrò chi sarà il terzo ad accompagnare i bimbi…
È fatta. Si avvicina il giorno. Ovviamente il terzo sono io. Quasi malvolentieri. Contrattempi. Un po‘ di influenza, un cambio di badante, qualche preoccupazione, un lavoro da terminare nel fine settimana.
Ma un impegno è un impegno, i bambini ci tengono e io ce li porto, con i miei ritardi seriali, i miei errori cronici, ma con l’amore incondizionato delle mamme.
È stato bellissimo.
Un pellegrinaggio è una chiamata.
Maria parla al cuore, la bellezza della natura e del mare (cha abbiamo ammirato nel luogo dove abbiamo pranzato) parlano al cuore, la bellezza dell’arte di una piazza (a Pisa, dove siamo andati nel pomeriggio) parla al cuore, la gioia di condividerla con i miei figli parla al cuore, la gioia di sentirsi comunità parla al cuore.
P.S. Scusate per questo articolo, con uno stile più di riflessione personale che di cronaca. I “fatti” li ho fatti raccontare ai miei figli.
Eccoli.
Teodoro,10 anni.
“Sabato 8 ottobre 2022 ho partecipato a un pellegrinaggio a Montenero. Per un po’ di tempo siamo stati sul pullman, poi siamo scesi a Montenero; prima di arrivare al santuario, c’è un percorso per la maggior parte formato da scale, che abbiamo attraversato mentre pregavamo con il Rosario. Poi siamo arrivati nella chiesa di Montenero (non il santuario) dove mi sono confessato; dopo ho aspettato un po’ di tempo, perché le altre persone si dovevano confessare e poi siamo scesi alla chiesa del santuario. Lì è cominciata la messa. In chiesa eravamo tantissimi. La chiesa era gigantesca, ma tutti i posti erano occupati, infatti ci siamo seduti per terra. Dopo la celebrazione, siamo andati a comprare dei rosari. Ne abbiamo comprati tre: uno per il nonno che non è potuto venire, uno per mio fratello (di plastica fosforescente) e uno per me (di legno marrone di misura di un dito), poi mio fratello (a differenza mia) si è messo il rosario al collo. Poi siamo ripartiti sul pullman e dopo svariate ore siamo arrivati a Pisa; lì don Giacomo ci ha offerto un gelato! Dopo siamo andati a vedere Piazza dei Miracoli. Poi siamo risaliti sul pullman e siamo andati dritti verso Pitigliano”.
Bernardo, 8 anni
“A Montenero ho visto il quadro che raffigura la Madonna. Era un quadro nè semplice nè complesso.
Dopo che abbiamo pregato davanti al quadro nel Santuario, ci siamo fermati a un ristorante sul mare. Dopo di che, abbiamo fatto tappa a Pisa. Abbiamo visto la torre di Pisa, la quale, anche a causa di un fiume sotto terra, si è storta verso destra, tutte cose accadute dal 1173.
Per tutto questo viaggio, era organizzato il pullman. Il ritorno era previsto alle 22”.
È stato un bel pellegrinaggio. Spero sia il primo di tanti, dopo questo buio che ci ha isolati, ma questo pellegrinaggio ci ha rinnovati dentro.
(Nella foto, il parroco con gruppo di partecipanti nel pomeriggio a Pisa)
Benedetta Benucci

